Appello al Governo: “mettere in regola” il Servizio sanitario pubblico

Necessario mettere in regola il Servizio sanitario pubblico – dai professionisti alle strutture – per non assistere al suo naufragio

Il rinnovo del contratto di lavoro, ormai scaduto da 9 anni, il superamento della legge Madia che blocca i fondi contrattuali al 2016, il finanziamento del turnover del personale, con assunzioni e stabilizzazione dei precari, l’accreditamento e la messa in sicurezza – anche dal punto di vista assicurativo – degli ospedali pubblici, e infine l’applicazione dei LEA. Non sono semplici richieste, ma elementi non più differibili per la “messa in regola” e il conseguente salvataggio del SSN. A mettere in rilievo questi punti è la Federazione Sindacale dei Medici Dirigenti (FESMED), che insieme alle rappresentanze di tutte le altre categorie di professionisti della salute coinvolti nell’ospedalità pubblica ha partecipato oggi a un’Assemblea a Roma, al cinema Nuovo Olimpia.

“I professionisti della salute stanno pagando in prima persona il progressivo definanziamento del sistema sanitario e il peggioramento delle condizioni di lavoro” denuncia Giuseppe Ettore, Presidente della Federazione Sindacale dei Medici Dirigenti (FESMED). “Il ridimensionamento del personale e la carenza dei medici specialistici è una realtà drammatica che richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni, ad iniziare dall’investimento nella formazione delle nuove generazioni di medici e dalla valorizzazione delle competenze professionali. Inoltre – continua Ettore – non sono stati ancora definiti chiari criteri per il calcolo del fabbisogno del personale”.

In particolare, il blocco del turnover ha avuto importanti ricadute in termini di qualità del sistema, ostacolando il passaggio di quella conoscenza esperienziale tra generazioni, che caratterizza il rapporto lavorativo tra i medici anziani, con una lunga storia di impegno quotidiano, e i giovani specialisti.

“Ad un anno e mezzo dall’approvazione delle Legge Gelli sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale, non sono stati ancora applicati gli articoli relativi alla messa in sicurezza delle strutture ospedaliere mediante accreditamento, l’avvio della produzione delle linee guida da parte delle società scientifiche accreditate e il decreto che definisce i criteri di vigilanza e controllo delle polizze assicurative per le strutture sanitarie – prosegue Ettore –. Festeggiamo i quarant’anni dall’istituzione del nostro Servizio Sanitario Nazionale prendendo atto del grave disagio determinato dalla carenza, in molti ospedali, dei requisiti di appropriatezza e sicurezza dal punto di vista organizzativo e tecnologico, e di conseguenza anche sotto il profilo delle procedure e della tutela e valorizzazione delle risorse umane”.

L’incontro di oggi a Roma anticipa lo sciopero della categoria, indetto dalle organizzazioni sindacali di medici e dirigenti sanitari per il 23 novembre, a sostegno della vertenza aperta con Regioni e Governo, dopo l’interruzione del confronto tecnico al tavolo contrattuale. “Porteremo queste richieste nuovamente in piazza e nei nostri ospedali, per richiamare non solo l’attenzione della politica, ma anche per informare i cittadini e renderli partecipi di questa situazione, e consapevoli di problematiche che si riflettono inevitabilmente anche su di loro nel momento in cui si trovano a ricorrere alla sanità pubblica”, conclude Ettore.

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