Sileri: “Non credo che vaccino anti Covid sarà obbligatorio” 

“Oggi tracciamo meglio i contagi, gestiamo i focolai, abbiamo finalmente i tamponi e possiamo spedire unità mobili anche nelle zone più periferiche. Conosciamo meglio la malattia e abbiamo qualche arma terapeutica in più”. Lo dice intervistato da La Verità, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. “Perché – osserva – dovremmo riavere 1.000 morti al giorno, se rispettiamo le regole? Basta osservare le tre T- più una R. Tracciamento, tamponi, trattamento. E responsabilità: se ho dei sintomi, non vado in giro. Chiamo il mio medico o la mia Asl, che ormai è in grado di sottopormi subito al tampone. Così non resterò confinato per giorni in attesa di una diagnosi”. 

“Credo – sottolinea – che avremmo dovuto dare un po’ meno retta all’Oms. Oggi l’Oms ci dice che il peggio deve ancora arrivare. Doveva dircelo il 30 gennaio. Avremmo dovuto applicare in modo più elastico le circolari che l’Oms ha emesso dal 5 gennaio. Quelle sui link epidemiologici, che definivano sospetto solo chi proveniva da Wuhan e poi dall’Hubei. Però noi siamo stati comunque i più rigidi: basti pensare alla chiusura dei voli dalla Cina”. E sulla sicurezza del vaccino anti – covid afferma: ”Dovrà esserlo a tutti i costi. Ma stiamo parlando di un farmaco che ancora non c’è. L’Italia – riferisce – ha siglato un accordo per 400 milioni di dosi. Ma, verosimilmente, il vaccino non arriverà prima del 2021 inoltrato”.  

Secondo Sileri poi il vaccino non diventerà obbligatorio: “Non credo. Ora comunque – dice – é prematuro parlare di vaccino. Mi concentrerei su altro. Controllo dei focolai e terapie”. Infine sulle restrizioni anti contagio: “La popolazione si sta abituando. lo credo che serva un coinvolgimento attivo delle persone: le regole non vanno imposte, vanno spiegate”. Infine sull’annunciata seconda ondata in autunno spiega: “Io non so se il coronavirus abbia una stagionalità. Può darsi che nella minore circolazione ci abbia aiutato l’estate. Mantenendo i protocolli di sicurezza, anche qualora il virus tornasse a circolare più intensamente a ottobre, saremmo in grado di gestire i focolai”.  

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