Osteopatia a misura di bebè all’Ospedale San Giuseppe di Milano

Il servizio è rivolto ai neonati che presentano disfunzioni legate a posizioni mantenute troppo a lungo in utero o ad anomalie durante il parto

Chi l’ha detto che l’osteopatia sia solo per adulti? Il trattamento osteopatico può essere eseguito anche su pazienti delicati come i bebè. Piede torto, cranio asimmetrico, rigidità agli arti e alla colonna, tensioni viscerali sono solo alcuni esempi di problematiche neonatali che oggi, sempre più spesso, possono trarre beneficio anche dal Trattamento Manuale Osteopatico (OMT). Come avviene all’Ospedale San Giuseppe di Milano dove, all’interno del Dipartimento di Riabilitazione Specialistica diretto dai dottori Bruno Conti e Franco Cosignani, è stato attivato da poco un nuovo ambulatorio di osteopatia perinatale. L’accesso è su indicazione del neonatologo e le prime sedute possono svolgersi già nei giorni immediatamente successivi alla nascita. Il trattamento viene eseguito in presenza della mamma, sfruttando anche il momento del “cambio pannolino”. Grazie all’ubicazione dell’ambulatorio in prossimità del reparto di neonatologia, le mamme che, subito dopo le sedute osteopatiche, devono allattare i piccoli hanno a disposizione spazi dedicati. Su prescrizione medica, anche i bambini nati in altri ospedali possono accedere al servizio.

“L’osteopatia è una disciplina non invasiva e indolore che, in ambito neonatale, valuta il sistema muscolo-scheletrico, fasciale e viscerale del bambino, con lo scopo di risolvere eventuali disfunzioni dovute a posizioni mantenute troppo a lungo in utero durante la gravidanza o ad anomalie del parto (posizione podalica, parto gemellare, travaglio troppo lungo o troppo corto), creando i presupposti meccanici per uno sviluppo psico-neuromotorio armonico e fisiologico”, illustra Andrea Arcusio, Osteopata presso l’Ospedale San Giuseppe e responsabile dell’ambulatorio. “Alcune tensioni possono risolversi spontaneamente dopo il parto, grazie alla suzione, al pianto e allo sbadiglio. Un processo di ‘riorganizzazione tissutale’ che, tuttavia, può non avvenire sempre autonomamente e in modo completo. L’intervento osteopatico ha proprio l’obiettivo di promuoverlo attraverso il lavoro manuale sui tessuti, esercitando una pressione adeguata alla plasticità del corpo del piccolo paziente”.

“L’osteopatia in questi ultimi anni si è rivelata essere una metodica efficace in campo neonatale, da affiancare ai presidi terapeutici tradizionali, per la stimolazione neuromotoria dei prematuri, per il trattamento di alcune alterazioni posturali (piede torto, plagiocefalia, ecc.) e anche per la gestione di condizioni di alterata funzione, come irrequietezza, alterazioni del ritmo sonno-veglia, disturbi digestivi, ecc.”, commenta Filippo Porcelli, Direttore dell’Unità di Neonatologia dell’Ospedale San Giuseppe.

Le condizioni sintomatiche in cui è indicato l’intervento osteopatico per il bambino e il neonato (prematuro o nato a termine) sono diverse: cranio alla nascita asimmetrico, plagiocefalia, rigidità agli arti e/o alla colonna, tendenza del bambino a girare la testa sempre dalla stessa parte, atonia diffusa con difficoltà a tenere la testa dritta, pianto frequente e irrequietezza durante la veglia e/o durante il bagnetto e/o il cambio del pannolino, disturbi del sonno, rigurgito in quantità eccessiva e/o lontano dalle poppate, sospetto o conclamato reflusso gastroesofageo (GER), suzione difficoltosa, ostruzione del canale lacrimale, stipsi, otiti ricorrenti. Di solito il percorso osteopatico necessita di poche sedute; la discriminante è rappresentata dal tipo di sintomo, dall’età del paziente e da quanto tempo il sintomo è presente poiché, se il disturbo viene trascurato, maggiori saranno i compensi disfunzionali messi in atto dal corpo e più lungo sarà il percorso terapeutico per ripristinare una condizione di fisiologia armonica e di benessere.

L’ambulatorio sarà dedicato a tutto l’ambito perinatale, accogliendo anche donne in dolce attesa, che grazie al trattamento osteopatico possono lenire le tensioni alla schiena dovute alle diverse modificazioni del baricentro e del volume corporeo a cui vanno incontro. Grazie all’OMT, è infatti possibile promuovere un’adeguata plasticità dell’apparato muscolo-scheletrico della colonna vertebrale e del bacino della gestante, condizione utile per favorire un travaglio fisiologico e naturale, a beneficio della salute del nascituro e della madre stessa. A seguito di indicazione del ginecologo di fiducia, durante tutta la gravidanza la donna può scegliere la terapia osteopatica per gestire i sintomi funzionali che possono insorgere nei nove mesi. Il terzo trimestre è il periodo più indicato per rivolgersi all’osteopata poiché sono i tre mesi in cui le criticità biomeccaniche possono emergere più facilmente. L’ultimo trimestre di gestazione, in quanto più prossimo al parto, rappresenta il momento migliore per verificare la presenza dei requisiti fisici di mobilità ed elasticità utili al travaglio. Una seduta al mese, negli ultimi tre mesi, è di norma sufficiente per ottenere un buon risultato.

Leggi anche...
Le Fonti - New Pharma Italy TV
I più recenti
I cibi che fanno bene alla memoria: ecco la lista
Cos’è la meteoropatia: sintomi e come curarla
I medici scappano all’estero: ecco le contromisure del Governo
Cos’è la dengue: la malattia tropicale che sta colpendo il Brasile

Newsletter

Iscriviti ora per rimanere aggiornato su tutti i temi inerenti la salute.