Vaccino Pfizer, Ue: “Spartire 10 milioni dosi in modo solidale”

Bruxelles, 25 mar. (AdnKronos) – (Tog/AdnKronos)  

Sul vaccino Pfizer gli Stati membri demandano ai rispettivi ambasciatori presso l’Ue il compito di risolvere “in uno spirito di solidarietà” la spartizione dei 10 milioni di dosi del vaccino anti-Covid che verranno consegnate in anticipo nel secondo trimestre del 2021. La dichiarazione finale dei leader è cambiata rispetto alla bozza iniziale, inserendo, come chiedeva l’Austria insieme ad altri Paesi, un passaggio sulla questione, che divide gli Stati membri da un po’ di tempo. La questione dei 10 milioni di dosi Pfizer ha occupato una buona parte della discussione oggi, anche per via dell’insistenza, o della tenacia a seconda dei punti di vista, del cancelliere austriaco Sebastian Kurz. “Tutti ne hanno abbastanza di sentirlo”, sbuffa una fonte diplomatica europea.  

“Confermiamo la chiave pro quota in base alla popolazione per distribuire i vaccini – si legge nella dichiarazione – invitiamo il Comitato dei Rappresentanti Permanenti ad affrontare la questione della velocità delle consegne, allocando i 10 mln di dosi di Pfizer/BioNTech ‘accelerate’ nel secondo trimestre 2021 in uno spirito di solidarietà”. L’inserimento del passaggio nella dichiarazione finale è una vittoria diplomatica per l’Austria e per gli altri Paesi dell’Est Europa che avevano puntato, in sede di acquisto, maggiormente sui vaccini AstraZeneca e meno su quelli a m-Rna di Pfizer/BioNTech e di Moderna, trovandosi in difficoltà ora che la casa anglosvedese ha fallito tutti gli obiettivi di consegna, fornendo molte meno dosi di quanto previsto nel contratto di acquisto anticipato siglato con l’Ue. 

L’inserimento nella dichiarazione finale di questo passaggio è “positivo per tutti quei Paesi che accusano ritardi” nelle vaccinazioni, spiega una fonte diplomatica Ue, perché il problema viene riconosciuto dal Consiglio Europeo. Tuttavia, il problema non è stato risolto: ci penseranno gli ambasciatori in Coreper e i rappresentanti dei singoli Paesi nel comitato direttivo a dirimere nel dettaglio il nodo della distribuzione, che deve essere “ancora discusso”. 

  

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