Vaccino, Fedriga: “Obbligo adolescenti? Governo non ci pensa”

“Credo non sia neanche nella testa del governo andare verso l’obbligo vaccinale” anti covid “per gli adolescenti”. Lo ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga a Morning News, su Canale 5. “Sicuramente è importante la campagna di sensibilizzazione che possiamo fare anche nelle scuole per coinvolgere i ragazzi, in particolare quelli delle superiori, ma lasciamo da parte l’obbligo”, ha aggiunto.  

Secondo Fedriga, “la campagna sta funzionando, sia a livello di contenimento dei contagi che, soprattutto, di ospedalizzazioni. Per questo, bisogna portare avanti l’azione di sensibilizzazione dei cittadini, senza costringere nessuno ma sottolineando con forza l’utilità di una scelta socialmente responsabile”. 

“Mai nessun vaccino – ha spiegato Fedriga – ha avuto così ampia diffusione su scala globale e, di conseguenza, così tanti controlli: contrariamente alle fake news che vengono fatte circolare in rete, l’anti-Covid può dunque essere catalogato tra i vaccini più sicuri al mondo. Fidiamoci della scienza”. 

“Portare il 100% dei ragazzi a scuola, obiettivo che tutti vogliamo sia ben chiaro, comporta un riempimento dell’80% dei mezzi pubblici. Non esistono alternative”, ha poi spiegato ancora. “I pullman turisti che tutte le regioni stanno utilizzando con il coinvolgimento dei privati per ampliare le corse, non si possono usare nei centri urbani e dunque noi possiamo sì aumentare le corse ma il limite è quello”, ha aggiunto Fedriga.  

Avere a disposizione nuovi mezzi pubblici, oltre ai costi non coperti dallo Stato centrale, comporterebbe tempi lunghi, ha poi sottolineato Fedriga precisando che “per ordinare normalmente nuovi mezzi serve un anno e 2 mesi in media. E quando ne servono migliaia e migliaia per tutta Italia, servirebbero degli anni. Dobbiamo essere realisti e non raccontare menzogne ai cittadini”. 

“Oggi valuteremo il protocollo, come Conferenza delle Regioni, datoci dal generale Figliuolo, ma credo che rispetto ai 20-30 euro potremmo arrivare circa a un dimezzamento del costo del tampone rapido”, ha spiegato, aggiungendo: “Per i minori, con il contributo dello Stato, a un costo ancora più contenuto”. 

Secondo Fedriga “sono ancora molto insufficienti le risorse” per abbassare il prezzo dei tamponi. “Alcune regioni, tra cui il Friuli Venezia Giulia, ha aggiunto dei fondi per ridurre ancora di più, soprattutto per i minori, il costo del tampone. E’ chiaro che – ha sottolineato Fedriga -rispetto alle risorse che hanno le regioni facciamo quello che possiamo per andare incontro alle esigenze delle famiglie”.  

Ma, ha proseguito, “sulla ristorazione c’è un secondo problema di tipo organizzativo: chi controlla? Trasformare i ristoratori e i baristi in controllori è sbagliato. E’ doveroso trovare delle strategie che mantengano sì il massimo rigore ma che non trasferiscano l’onore del controllo a chi fa il pubblico esercente”. 

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