Maria Paola, “scooter caduto per colpa del fratello” 

E’ stata la “condotta pericolosa” di Michele Gaglione a causare la caduta dello scooter a bordo del quale viaggiavano Ciro Migliore e Maria Paola Gaglione, quest’ultima morta sul colpo nella notte tra venerdì e sabato ad Acerra (Napoli). Lo scrive il gip del Tribunale di Nola nell’ordinanza di convalida dell’arresto di Michele Gaglione per l’omicidio preterintenzionale della sorella Maria Paola, della quale osteggiava il rapporto sentimentale con Ciro, ragazzo trans. Sullo scooter a bordo del quale viaggiavano Maria Paola Gaglione e Ciro Migliore, si legge nell’ordinanza, sono stati notati “segni riconducibili a pedate” a loro volta “riconducibili alle calzature indossate da Michele Gaglione, vista la compatibilità del disegno della suola delle stesse con il calco impresso sul motociclo”.  

Michele Gaglione, nel corso dell’udienza di convalida, ha ammesso di aver più volte tagliato la strada allo scooter a bordo del quale viaggiavano Ciro e Maria Paola “e di aver con la mano o un calcio spinto lo scooter sempre nel tentativo di fermarlo”, ma ha anche sostenuto che la caduta dallo scooter sarebbe stata causata dalla perdita di controllo da parte di Ciro Migliore, che era alla guida, e non da un suo calcio.  

Maria Paola, il fratello: “Non l’ho speronata, volevo parlarle” 

Un particolare “di poco conto”, secondo il gip, il quale ritiene “indubbio, come peraltro ammesso dall’indagato, che lo stesso teneva una condotta di guida pericolosa” a bordo di “una moto più potente” con la quale ha “tagliato più volte la strada e colpito lo scooter. E’ indubbio – scrive il gip che tale condotta si rivelava pericolosa e idonea alla perdita di controllo dello scooter da parte di Migliore, specialmente in virtù del fatto che si ripeteva diverse volte durante la corsa”. A conferma di quanto sostenuto dal gip vi sarebbero inoltre i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza presenti in via degli Etruschi, a circa 800 metri dal luogo dell’incidente, che poco dopo l’1.15 hanno registrato il passaggio dei due motocicli con lo scooter “letteralmente affiancato” dalla moto guidata da Michele Gaglione. 

“Scarso senso di civiltà” e “accentuata pericolosità sociale”, rileva ancora il gip del Tribunale di Nola nel comportamento di Gaglione. Secondo il gip, che ha disposto nei confronti di Gaglione la custodia cautelare in carcere, le modalità e le circostanze dell’azione “risultano particolarmente gravi e allarmanti” in quanto “denotano l’incapacità dell’indagato di controllare le proprie pulsioni aggressive” e “denotano un’accentuata pericolosità sociale, indice di elevato e attuale pericolo di recidiva”. 

Inoltre, sempre secondo il gip, il fatto che Gaglione abbia inseguito in piena notte la sorella con una condotta di guida pericolosa, minacciando il compagno trans Ciro di morte e colpendo con il piede lo scooter sul quale i due viaggiavano, animato “dal solo intento di spezzare quel legame affettivo che  non riusciva ad accettare”, sono “indicativi di uno scarso senso di civiltà e di rispetto nei confronti altrui e di disdegno avverso ogni regola confliggente con il proprio pensiero”. 

Nella versione fornita al gip dallo stesso Gaglione in sede di udienza di convalida dell’arresto, il fratello di Maria Paola ha detto che desiderava un rapporto “normale” per la sorella che “da circa due anni la sorella aveva intrapreso una relazione sentimentale con Migliore, ostacolata da lui e dalla sua famiglia”. Gaglione, difeso dagli avvocati Domenico Paolella e Giovanni Cantelli, ha riferito che la notte dell’11 settembre, a bordo della sua moto, ha inseguito la sorella, passeggera sullo scooter guidato da Ciro Migliore, “perché voleva fermare la sorella e riportarla a casa”.  

 

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