Coronavirus, Camera va avanti ma è paura contagio 

Il ‘Palazzo’ deve restare aperto, ha il ”dovere sacro” di “rappresentare il popolo” e i parlamentari “devono lavorare e dare l’esempio”, è il coro unanime in piena emergenza Coronavirus. Ma la paura del contagio resta e non c’è ‘stretta’ sanitaria che tenga. Anche oggi si ripropone la querelle sui lavori parlamentari e si dibatte sull’opportunità di stare fisicamente in Aula o fare ricorso a strumenti alternativi come il voto a distanza (adottato dal Parlamento europeo) o quello telematico per esaminare provvedimenti urgenti come il dl ‘Cura-Italia’.  

Meglio tutti presenti o collegati in video conferenza o streaming? E chi viene dalle zone dei focolai dovrà fare prima un tampone? Per garantire la debita distanza e il rispetto alla lettera delle misure imposte dal governo a tutela della salute, Camera e Senato sono corse ai ripari. Ma i dubbi restano. Su tutto prevale la paura dell’untore. Vari deputati e senatori sono ‘positivi’ al Covid-19, altri sono in quarantena obbligatoria e autoisolamento precauzionale, soprattutto quelli provenienti dalle zone rosse, al Nord. Alcuni si sono sottoposti al test di verifica del Covid-19, altri lo faranno.  

La deputata azzurra Michaela Biancofiore propone di rivolgersi all’Iss: ”Se l’Aula può rimanere fisicamente aperta è evidente che lo può decidere solo la più alta autorità sanitaria nazionale, l’Iss: i presidenti delle Camere la interpellino al più presto”. “Se ci sono le possibilità -sottolinea Biancofiore- il Parlamento si riunisca regolarmente nella sua sede previo test obbligatorio a tutti , personale compreso”. Viceversa, ”bastano semplici applicazioni web per consentire al parlamento anche a distanza di organizzare i lavori in smart working”. Chi sta venendo in Parlamento in questi giorni per partecipare alle capigruppo in Aula o semplicemente per lavorare nel suo ufficio segue le prescrizioni del ministero della Salute e del governo. Basteranno i contingentamenti e le ‘restrizioni’ sanitarie quando l’Assemblea sarà convocata al completo?  

Intanto, il Parlamento si prepara a lavorare in sicurezza. Montecitorio, dove si procederà in maniera ordinaria per l’esame dei decreti, a cominciare dal ‘Cura-Italia’ (come deciso ieri dalla capigruppo), metterà a disposizione spazi più ampi per ”tutelare la salute di deputati e dipendenti”: martedì prossimo, la capigruppo convocata per stabilire i lavori, si riunirà nella Sala della Regina, mentre la ‘Bilancio’ dovrebbe tenersi nella sala del Mappamondo, di solito in grado di ospitare due commissioni.  

Francesco D’Uva, questore pentastellato della Camera, è convinto che in piena emergenza Covid-19 il ‘palazzo’ deve restare aperto e continuare a lavorare in sicurezza, per approvare provvedimenti urgenti per il Paese come il dl ‘Cura-Italia’: ”E’ nostro preciso dovere, oltre che volontà, portare avanti i lavori parlamentari. Non è niente di eccezionale, è il compito per cui siamo stati eletti.Continueremo -assicura all’Adnkronos D’Uva- ad adottare tutte le misure di prevenzione e protezione per deputati – provenienti da Nord come da Sud – e dipendenti”.  

“Mi riferisco sia alle regole stabilite a livello nazionale che a quelle specifiche già adottate a Montecitorio grazie alle delibere del Collegio dei Questori. Da una parte salvaguardiamo la salute, dall’altra proseguiamo con i lavori parlamentari”, spiega.  

D’Uva rinvia alla capigruppo la scelta sulle modalità di svolgimento dei lavori in Aula: ”Sulle modalità di svolgimento dell’Aula deciderà la capigruppo di martedì prossimo”. Non è questo il momento per aprire un dibattito sulla possibile modifica dei meccanismi regolamentari delle Camere, che comunque richiederebbero tempo e procedure parlamentari complesse, poco attuabili in queste circostanze, va ripetendo in queste ore il questore di Fi, Gregorio Fontana.  

Per l’esponente azzurro bisogna cercare di trovare soluzioni, a regolamento vigente, che tengano conto delle necessarie precauzioni sanitarie che sono un punto di riferimento per i parlamentari come per tutti coloro che svolgono un servizio pubblico essenziale. I lavori parlamentari proseguono, dunque, avrebbe ribadito Fontana, seguendo scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie e degli esperti del settore.  

 

 

 

 

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