Cos’è il colera: i sintomi e dov’è ancora diffuso

Nel 2023 oltre 30 paesi ne sono stati colpiti. Ecco che cos'è il colera, dov'è diffuso, i sintomi e la situazione in Italia.
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Secondo i dati raccolti dall’OMS, nel 2023 si sono verificati casi in almeno 30 Paesi. La situazione va dunque monitorata e tenuta sotto controllo. Ecco che cos’è il colera, quali sono i sintomi e dov’è diffuso.

Cos’è il colera

Il colera è una malattia infettiva causata dal batterio Vibrio cholerae, che provoca un’infezione acuta dell’intestino tenue, caratterizzata da diarrea grave e disidratazione. Questo patogeno è responsabile di una rapida perdita di liquidi corporei attraverso le feci, portando a un pericoloso stato di disidratazione se non trattato tempestivamente.

L’infezione può insorgere improvvisamente e progredire rapidamente, mettendo a rischio la vita del paziente. In molti Paesi del mondo questa malattia non è ancora stata debellata, anzi, secondo i dati raccolti dall’OMS, il colera sarebbe endemico in vari Paesi in via di sviluppo. È molto presente nel Sud-est asiatico e in Africa, ma anche l’America centrale deve ancora farci i conti.

Come si trasmette

La trasmissione del colera avviene principalmente per via orale, attraverso l’ingestione di acqua o alimenti contaminati dal batterio Vibrio cholerae. Le principali fonti d’infezione sono le acque contaminate, specialmente quelle salmastre presenti negli estuari, che possono essere ricche di alghe e plancton.

I cibi a rischio maggiore sono quelli crudi o poco cotti, inclusi i frutti di mare, in cui il batterio può sopravvivere e proliferare. Anche se la trasmissione diretta da persona a persona è rara, in condizioni igieniche precarie può verificarsi anche questa situazione.

Dov’è ancora diffuso

Sud-est asiatico, Africa e America centrale, è qui che il colera continua a proliferare e a spaventare cittadini ed esperti. Queste aree sono particolarmente a rischio a causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie e della cattiva gestione dell’acqua potabile e delle fogne.

I focolai epidemici si verificano periodicamente, con conseguenze devastanti per le comunità colpite. Nonostante gli sforzi per il controllo della malattia, il colera rimane una minaccia più che reale in queste regioni con tutte le conseguenze che ne derivano. Per debellarla è necessario apportare profondi cambiamenti nelle normative e non sarà dunque cosa semplice.

La situazione in Italia

La situazione in diversi Paesi non è rosea, in Italia invece? Il colera è considerato scomparso come malattia endemica. L’ultima epidemia degna di nota risale al 1973, quando si verificò in Campania e Puglia. Da allora, sono stati segnalati casi isolati negli anni successivi, ma senza sviluppare epidemie.

Nel 1994 ad avere paura è stata la città di Bari, con meno di dieci casi segnalati. Tuttavia, gli accertamenti hanno dimostrato che questi casi erano isolati e non rappresentavano un rischio significativo per la diffusione della malattia nel Paese.

Grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e all’efficacia delle misure di controllo delle infezioni, il colera non costituisce più una minaccia per la popolazione del Bel Paese.

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