Bassetti: “Numeri importanti, ma diversi da marzo e aprile” 

“Numeri importanti ma molto diversi da quelli di marzo e aprile”. Così il professor Matteo Bassetti commenta in collegamento con Omnibus l’aumento dei contagi Covid in Italia registrato ieri. 

Ma c’è da avere paura? “La paura, l’allarmismo, il terrorismo sono i peggiori consiglieri. E’ evidente che oggi – spiega ancora Bassetti – c’è da essere preoccupati più di quanto non fossimo tre mesi fa, perché il numero dei contagi cresce. Però bisogna anche provare a guardarli con l’interpretazioni di numeri che sono sicuramente importanti, ma molto diversi da quelli di marzo e aprile. Dico questo perché ieri, se prendiamo ad esempio la Toscana, il report ci dice che il 67% dei positivi sono asintomatici e il 25% circa sono paucisintomatici. Il che vuol dire che oggi abbiamo il 95% dei contagiati che ha una malattia moderata. Questa è una cosa importante, tanto è vero – sottolinea il medico – che se guardiamo le ospedalizzazioni crescono quelle di medio-bassa complessità e crescono meno quelle in terapia intensiva. Quindi si è invertita rispetto alla situazione di marzo e aprile la tipologia delle ospedalizzazioni”. 

“Questo – sottolinea Bassetti – non vuol dire che dobbiamo essere tutti tranquilli e sereni e che tutto finirà a breve, però bisogna anche saper dare alla popolazione dei messaggi rassicuranti, e dire ‘usate le precauzioni individuali che conosciamo, non solo la mascherina ma anche le altre come il distanziamento, che è una delle misure più importanti, il lavaggio delle mani, stare a casa se si hanno sintomi, vaccinatevi’. E’ evidente che qualcuno questa estate avrà esagerato, ma come Italia ci siamo comportati bene. Ora è il momento di una piccola stretta, dobbiamo tutti insieme collaborare, ma non è con la paura e con il terrore che, secondo me, che si ottengono dei risultati”. 

Sul tema dei contagi in famiglia sottolineato ieri da Conte, Bassetti spiega: “Eviterei di proporre cose che sono insostenibili, come la mascherina in casa. Giusto invece spingere sui provvedimenti quando possono essere verificati e condivisi dalla popolazione. Ma è chiaro che in un momento come questo, persone che escono abitualmente e vanno a trovare i nonni debbano mettere la mascherina e non abbracciarli”. 

 

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