Terapie digitali: come la tecnologia sta cambiando il modo di curare malattie rare e complesse

Le terapie digitali potrebbero dare un contributo fondamentale alla medicina tradizionale, in numerosi settori, tra cui quello delle malattie rare. Queste sono circa settemila e coinvolgono da 27 a 36 milioni di persone in Europa, e l’80% ha un’origine genetica e ne affetta il 3-4% dei neonati.

I vantaggi delle terapie digitali

Nell’ambito delle malattie rare le terapie digitali possono giocare un ruolo determinante, migliorando l’efficacia e l’aderenza di quelle tradizionali. Al momento ci sono diverse patologie che mancano di terapie farmacologiche riconosciute, come la disabilità cognitiva. In questo senso, le digital therapeutics rappresentano una speranza reale per la riabilitazione e i trattamenti terapeutici.

Le terapie digitali, inoltre, possono concorrere nella riduzione le tempistiche normali di una diagnosi, incidendo sulla precisione e diminuendone i casi non corretti. Infine, possono essere utili nel monitoraggio del paziente attraverso approcci di medicina digitale.

Nuove tecnologie per un nuovo metodo di insegnamento         

Il sistema innovativo delle terapie digitali potrebbe coinvolgere anche l’ambito didattico, attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali per l’apprendimento degli studenti. Negli anni a venire, l’intelligenza artificiale diventerà preponderante per monitorare la variabilità dei sistemi biologici e di come questi reagiscono in modo diverso alle terapie.

Anche il versante della comunicazione ai pazienti e alle famiglie sarà fondamentale. In particolare, sarà necessario differenziarne la tipologia, dagli operatori alle App sui devices mobili. È bene, in ogni caso, tenere conto del contesto attuale, in cui diverse strutture ospedaliere dispongono di tecnologie obsolete.

Terapie digitali, disabilità cognitive e big data

Come già detto sopra, le digital terapeutics presentano un’opportunità per tutte quelle disabilità cognitive per le quali non esiste, al momento, una cura farmacologica. Questo deficit potrebbe essere colmato proprio dalle terapie digitali, aprendo a nuove possibilità di sperimentazione. Possibilità che, tuttavia, dovranno essere studiate e applicate con estrema cura, prestando molta attenzione ai benefici offerti e alle informazioni riguardanti il paziente.

Veniamo, quindi, alla gestione e privacy dei dati raccolti dalle digital terapeutics, che dovranno attenersi al rispetto della normativa sulla privacy (il GDPR). Sarà fondamentale, inoltre, capire chi detiene la proprietà dei dati personali raccolti, il loro utilizzo e lo scopo della ricerca. Questo tema necessita di una regolamentazione a livello normativo internazionale.

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