“In questi mesi difficili, più volte ho relazionato e interloquito con il Parlamento sia in Aula che nelle commissioni competenti. L’ho sempre fatto con la serietà e il rispetto che si deve ad una assemblea elettiva che rappresenta il cuore della nostra democrazia in uno dei momenti più difficili della nostra storia recente. I numeri che rappresentano persone in carne ed ossa continuano ogni giorno drammaticamente a crescere: nel mondo siamo arrivati ad un contagiato ogni 164 persone; sono 47 milioni i casi confermati dall’inizio della pandemia; e 1,2 mln i deceduti. Sono cifre che parlano da sole e danno il senso della gravità della situazione”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa alla Camera sui dati e sui criteri seguiti per la collocazione delle Regioni italiane nelle aree rossa, arancione e gialla, previste dal Dpcm.
“Prima di entrare nel merito tecnico dell’ordinanza firmata mercoledì sera mi preme sottolineare che questo provvedimento è in piena continuità con i principi ispiratori di quelli già adottati e dell’azione che il governo ha tenuto fino ad oggi – ha proseguito il ministro – Dalle prime misure di febbraio fino al lockdown e poi fino a questa ordinanza c’è sempre stato un filo comune che tiene insieme ogni scelta che abbiamo compiuto fin dai primissimi giorni dell’epidemia”.
“Questo filo che unisce tutti i nostri provvedimenti è il primato della tutela della salute e l’idea di difendere le persone e la loro vita, un principio di massima precauzione per difendere il Ssn evitando che venga travolto lasciando i cittadini indifesi e dovendo nuovamente contare un numero di vittime inaccettabile tra le persone e, purtroppo, anche tra i nostri medici e infermieri che non finirò mai di ringraziare per il contributo che danno ogni giorno al nostro Paese”.
“Voglio essere molto chiaro, non c’è una altra strada – ha scandito Speranza – la massima precauzione è una via obbligata per arginare la diffusione della pandemia sino a quando non avremo sempre più efficaci e poi finalmente il vaccino. Ecco perché in questi mesi ho ripetuto mille volte che sarebbe stato un grave errore abbassare la guardia, perdere la memoria delle giornate terribili che abbiamo passato. Ecco perché in quest’aula – ha rimarcato – quando l’Italia aveva il numero più bassi di casi in Europa, ho detto senza incertezza e mezze parole non facciamoci illusioni è irragionevole pensare che la tempesta che colpisce l’Europa non arrivi in Italia. Ho sempre pensato e continuo a farlo che la salute viene prima di tutto e che non ci potrà essere reale ripartenza senza sconfiggere questo maledetto virus”.
“Abbiamo fatto bene ad accelerare con le misure” per appiattire la curva epidemiologica, ha detto Speranza. “E’ sufficiente non tenere gli occhi chiusi per guardare quel che sta succedendo fuori dai nostri confini. La Francia e l’Inghilterra, due grandi super potenze mondiali, sono travolte e costrette al lockdown nazionale. La Germania è colpita. Anche Belgio, Austria, Portogallo e Grecia sono nuovamente in lockdown. In Europa la triste e dolorosa conta degli uomini e delle donne che non ce l’hanno fatta a sconfiggere il virus è giunta a 294.622”. In Europa, “i casi confermati sono 11.863.793, un contagiato ogni 37 persone, un dato impressionante. Sono i numeri che nella loro forza non hanno neanche bisogno di essere commentati o interpretati” ha affermato.
“Lo spirito con cui ci muoviamo è l’esatto opposto di uno spirito punitivo nei confronti delle Regioni – ha detto Speranza – La mia ordinanza è conseguenza automatica dei dati elaborati. Non ci sono trattative, ma semplicemente scambi di dati e informazioni. E’ finalmente possibile intervenire proporzionalmente alla reale condizione delle Regioni, senza stressare con misure uguali territori che si trovano in condizioni differenti. Si dà certezza al Paese con misure predefinite a seconda dell’indice di rischio e dello scenario Rt. Avendo una radiografia puntuale delle condizioni di ciascuna area, si offre un utile strumento di analisi alle regioni per monitorare il loro lavoro”.
“Noi ci assumiamo la responsabilità di adottare provvedimenti per aiutare le Regioni ad appiattire la curva del contagio ed evitare l’esplodere di nuovi focolai – ha assicurato il ministro della Salute – Sappiamo bene che le misure comportano sacrifici, ma non abbiamo alternative se vogliamo superare questa fase. Questo è il nostro assillo. Sono colpite tutte le Regioni e quindi è molto più difficile la gestione di questa ondata”.