Riaperture Italia, Vaia dice sì: “Ma bisogna evitare gioco dell’oca”

“Le riaperture? Ne ero e ne sono tuttora contento. Non possiamo rimanere chiusi tutta la vita. Ma non bisogna esagerare e bisogna evitare il gioco dell’oca”. Così Francesco Vaia al Corriere della Sera, precisando che “adesso è fondamentale procedere come le formichine e pensare a un piano Marshall per scuola e trasporti”. Secondo il direttore sanitario dello Spallanzani, in termini di contagio, le riaperture hanno “un rischio calcolato, dal momento che il pericolo di contagio all’aria aperta è basso quando inesistente. A Roma sta iniziando la bella stagione: bar e ristoranti, ma anche cinema e teatri possono riaprire in aree pubbliche all’aperto, nei parchi. Nel rispetto del distanziamento e con l’uso delle mascherine”. 

“Siamo in guerra e in guerra si fanno leggi speciali – dice ancora Vaia, spiegando cosa intenda per piano Marshall del Covid-19 – Su trasporti e scuola bisognava intervenire ieri, io lo dico da maggio dello scorso anno. E invece si è perso troppo tempo: bisogna sfruttare la bella stagione per gettare le basi e predisporre le fondamenta per il prossimo autunno, integrando con i privati e investendo nella scuola. Lo si fa rapidamente e senza indugi”. Rispetto alla primavera ed estate del 2020, spiega, “abbiamo tre armi in più: i vaccini, le terapie monoclonali e la determinazione dell’opinione pubblica. Le persone non hanno bisogno di deprimersi e di essere impaurite, ora servono a mettere in campo un sistema di premialità e di fiducia. Così come bisogna evitare di disorientare la gente e per questo è necessaria la collaborazione degli scienziati, che non devono istillare pessimismo”. 

Secondo il direttore dello Spallanzani, riaprire nel Lazio prima di aver raggiunto un’immunità di gregge “è un concetto sbagliato, perché sono riaperture graduali e ponderate sull’attuale situazione. La mortalità non è legata alle riaperture. E’ diminuito il tasso di ospedalizzazione. Quindi la parola d’ordine adesso deve essere incentivare la campagna vaccinale, eliminando approvvigionamenti e comunicazioni balbettanti. Basta guardare indietro, guardiamo avanti, sia ai vaccini a Rna messaggero che a quelli a fattori adenovirali. Quanto allo Sputnik V, lo Spallanzani sta portando avanti uno studio, avvalendosi di alcune collaborazioni. Dove ci porterà questo studio non lo sappiamo. I ricercatori russi hanno messo a disposizione le loro conoscenze come noi abbiamo messo a disposizione del mondo il virus che abbiamo isolato. La politica deve togliere le mani dalla scienza, che è libera, incondizionata e incondizionabile. Riguardo le monoclonali, a oggi abbiamo fatto un centinaio di somministrazioni: nel 90% dei casi, i pazienti sono guariti e non hanno richiesto ospedalizzazione. Ora stiamo valutando se con iniezione intramuscolo o sottocutanea si ottiene l’immunità, in un’ottica di prevenzione”.
 

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