Referendum 12 giugno e mascherine: cosa dicono Pregliasco, Galli e Bassetti

(Adnkronos) – Mascherina chirurgica obbligatoria per gli elettori e per i componenti dei seggi per il referendum e le amministrative del 12 giugno 2022. Una misura, prevista da protocollo sanitario Lamorgese-Speranza che sta facendo discutere. In merito il leader della Lega Matteo Salvini annuncia “ricorso” perché, dice, “è una follia”. Vediamo quali sono i diversi pareri degli esperti.  

PREGLIASCO – “Le mascherine alle urne hanno un senso e hanno un’utilità. Sono una giusta misura di attenzione in un momento di assembramento istituzionale” dice all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano.
 

GALLI – “E’ evidente che la sicurezza al 100% ai seggi elettorali non è possibile, sul piano dei contagi Covid” dice all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Ed è chiaro che un evento elettorale come qualsiasi evento che possa comportare una concentrazione di persone, vada considerato con tutte le cautele del caso, adottando le necessarie misure di protezione, dalla mascherina al distanziamento”. Giuste, dunque, le indicazioni per limitare i rischi per tutti. E in particolare per “le persone addette ai seggi”, più esposte, che debbono “essere tutelate”, sostiene Galli. “Quando non avevamo il vaccino, in occasione di un appuntamento elettorale, non avevo esitato a dire che ritenevo la situazione pericolosa. Ora il quadro è completamente differente, seppure non abbiamo una sicurezza assoluta. Le elezioni vanno fatte senza alcun dubbio: non ci sono elementi per non considerare prioritario, in questo momento e con questa situazione epidemiologica, la fruizione del diritto elettorale. E sono altrettanto giuste le regole per la prevenzione dell’infezione. Importante, ovviamente, che siano anche fatte rispettare”. 

BASSETTI – “Sull’obbligo della mascherina per andare a votare stendiamo un velo pietoso” dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. “Oggi possiamo andare a ballare la macarena in discoteca, possiamo andare al supermercato o in farmacia senza mascherina, mentre per andare a votare c’è il rischio contagio. Assurdo. La politica è lontana dai cittadini. Siamo di fronte alla burocrazia che impazza e che prende decisioni dove non c’è una vera evidenza scientifica”. “Nella gestione della pandemia – avverte l’infettivologo – in questo momento stiamo navigando a vista e non abbiamo il bravo generale Figliuolo che è lì pronto per organizzare la campagna dell’autunno come fece nel 2021. A settembre-ottobre ci giochiamo molto, il virus circolerà molto con Omicron 5 e speriamo di aver fatto il vaccino bivalente”. 

CRISANTI – “Perché l’obbligo di mascherina per accedere ai seggi elettorali? Perché i seggi stanno dentro le scuole, per iniziare. E dentro le scuole si va con la mascherina. Non lo vedo così assurdo” dice all’Adnkronos Salute è Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. Sulla questione dell’obbligo, previsto da circolare, di indossare la protezione per gli elettori chiamati alle urne e per i componenti dei seggi impegnati nelle operazioni di accoglienza, spoglio delle schede e così via, si è acceso il dibattito. “Ma io vedo ridicolo che noi dobbiamo stare a discutere di questa cosa – obietta Crisanti -. E’ ridicola la polemica. Stiamo discutendo se metterci la mascherina 5 minuti per andare a votare. Io certo che me la metto senza problemi”. 

CICCOZZI – “Oggi anche in Italia abbiamo a che fare con un virus che circola ancora e indossare la mascherina in luoghi chiusi e a rischio di affollamento e code è sempre meglio” spiega all’Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. “Rimane, l’ho sempre sostenuto, un presidio importante anche in virtù del fatto che la variante Omicron BA.5 è leggermente più contagiosa di tutte le precedenti. Non molliamo proprio ora l’attenzione che ci ha contraddistinto”.  

CLEMENTI – L’obbligo di mascherina per accedere ai seggi elettorali “si poteva evitare. Se è una misura anacronistica? Secondo me sì”. E’ la visione di Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Non si capisce – commenta all’Adnkronos Salute, rispetto al dibattito che si è acceso sull’opportunità della misura – perché le urne per le votazioni debbano essere uno spazio ‘extraterritoriale’ rispetto al resto del Paese, dove l’obbligo di mascherina nei luoghi chiusi è caduto quasi ovunque ormai. La durata della sosta tra l’altro è brevissima. A livello scientifico non ci sono i fondamenti, a mio avviso”. 

GISMONDO – “Alle urne in mascherina? E’ una misura che non ha alcun nessun senso. Se stiamo senza mascherina al ristorante, non si capisce perché per andare a votare dovremo mettercela” dice all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. 

MINELLI – “I vantaggi acquisiti servono come margine da conservare, non come patrimonio da dilapidare. Perché se con Covid-19 ci mettiamo a giocare a chi è più forte, non so se tutti possono vincere. Di sicuro non vincerebbero le persone fragili, chi fa fronte a cronicità dal delicato equilibrio, chi non può permettersi ulteriori rischi di salute. E Sars-CoV-2, e suoi ‘derivati’, rischi sembra che possano farcene correre ancora. Ecco perché in certe situazioni la mascherina può essere un dispositivo di reale protezione che deve essere utilizzato, anche per andare a votare alle amministrative e per i referendum”. Così l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, parlando con l’Adnkronos Salute. “Personalmente – aggiunge – suggerirei di prevedere l’uso costante della mascherina da parte degli scrutatori e dei responsabili del seggio elettorale, e per le operazioni di voto anche a tutti i cittadini elettori. Così come durante lo spoglio delle schede ai rappresentanti di lista e agli eventuali astanti assembrati in ambienti chiusi e poco areati”. 

“E’ vero: le proiezioni prossime sembrano escludere emergenze estive sul fronte pandemico, e allora perché non crederci fino in fondo? Ricordandoci soprattutto degli altri, perché il nuovo coronavirus ha una terribile capacità di trovare le differenze fra noi”, avverte l’immunologo. 

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