“In regioni meno colpite alto numero suscettibili a virus” 

Se alcune Regioni sono arrivate a un numero bassissimo di casi, perché non adottare misure differenziate a livello territoriale? “Ci sono motivi pro e contro un approccio con misure differenziate a livello territoriale. Lo studio sierologico ci dovrebbe dire quanti cittadini italiani sono venuti in contatto con virus e hanno sviluppato una qualche immunità. Ma” bisogna tener conto del fatto che “nelle regioni meno colpite c’è una grande fetta di popolazione che questo virus non l’ha visto”. A sottolinearlo è Luca Richeldi, primario di Pneumologia della Fondazione policlinico Gemelli Irccs di Roma e componente del Comitato tecnico-scientifico sul coronavirus, intervenuto a ‘Omnibus’ su ‘La7’. 

“Anche in una regione con pochi casi e un’alta popolazione suscettibile ci sono motivi per difenderla dal rischio” di un aumento esponenziale dei casi, ha aggiunto Richeldi.  

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