La Fondazione Menarini si trova in prima linea nella battaglia contro le discriminazioni legate all’età nelle cure degli anziani. Durante il congresso “Anti-ageism Alliance”, organizzato con il patrocinio della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, dell’International Association of Gerontology & Geriatrics e della European Geriatric Medicine Society, è stata presentata la Carta di Firenze, il primo manifesto mondiale contro l’ageismo sanitario.
Il documento, pubblicato sull’European Geriatric Medicine e sviluppato da esperti di spicco a livello mondiale, tra cui esponenti dell’OMS, coordinati da Andrea Ungar, Ordinario di Geriatria presso l’Università di Firenze, ha identificato 12 azioni concrete per contrastare i pregiudizi legati all’età nell’assistenza sanitaria e per migliorare la qualità e la durata della vita degli anziani.
Alana Officer, capo del dipartimento sul Cambiamento Demografico dell’OMS e responsabile della campagna Healthy Ageing, sottolinea: “L’ageismo è un problema globale: una persona su due in tutto il mondo è moderatamente o fortemente ageista nei confronti degli anziani, con gravi impatti sulla loro salute fisica e mentale e un aumento dell’isolamento sociale.”
Ungar, coordinatore della Carta, evidenzia che nonostante molti operatori sanitari nel mondo si impegnino per garantire trattamenti avanzati agli anziani, il 40% è escluso dalle migliori cure e dagli studi clinici per la sperimentazione di farmaci, con conseguenti effetti negativi sulla longevità.
Le azioni proposte nella Carta di Firenze mirano a invertire questa tendenza, con un’enfasi sulla priorità agli anziani nei pronto soccorso, sulla ristrutturazione degli ospedali in modo da renderli più adatti agli anziani, riducendo l’isolamento e l’immobilismo dei pazienti a letto.
Luigi Ferrucci, co-coordinatore della Carta insieme a Andrea Ungar e Direttore Scientifico del National Institute on Aging di Baltimora, afferma: “È fondamentale un cambiamento nell’approccio alla cura degli anziani, che non può essere frammentato ma deve essere gestito globalmente dal geriatra come medico della complessità.”