Covid, Oms: in un mese collano i contagi ma aumentano i morti nel mondo

(Adnkronos) – In un mese casi Covid in crollo e morti in aumento nel mondo, mentre in Europa calano anche i decessi. E’ il trend che emerge dall’aggiornamento dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che da questo report in poi analizzerà l’andamento di Sars-CoV-2 su un intervallo di 28 giorni per andare oltre “le fluttuazioni settimanali nei numeri e fornire un quadro più chiaro di dove sta accelerando o rallentando la pandemia”. A livello globale, dal 2 al 29 gennaio sono stati segnalati quasi 20 milioni di nuovi casi, in calo del 78% rispetto ai 28 giorni precedenti, e oltre 114mila decessi, in aumento del 65%. Nella Regione Europea i casi sono stati oltre 1,4 mln e i morti 15.643. A pesare sui numeri mondiali delle ultime settimane è stata la grande ondata vista nella Regione del Pacifico occidentale, in particolare in Cina.  

Se il numero di casi mensili segnalati è diminuito in tutte le regioni dell’Oms – il calo è del 63% nella Regione Europea, dell’81% nel Pacifico occidentale, del 71% nella Regione del Sud-Est asiatico, del 35% nelle Americhe, del 20% in Africa e del 15% nel Mediterraneo orientale – il dato dei decessi mensili è invece aumentato in 3 regioni – Pacifico occidentale +173%, Mediterraneo orientale +29%, Americhe +13% – ed è diminuito in altre 3 aree: -25% regione europea, -62% Sudest asiatico, -45% regione africana.  

A livello nazionale, il numero più alto di nuovi casi in 28 giorni è stato segnalato dalla Cina (11.354.058; -85%), Giappone (3.207.097; -20%), Stati Uniti d’America (1.513.538; -16%), Corea del Sud (1.032.801; -43%) e Brasile (459.986; -54%). I numeri più alti di decessi in 28 giorni sono stati segnalati da Cina (62.759; +244%), Usa (14.625; +31%), Giappone (10.122; +46%), Regno Unito (3.137; -3%) e Brasile (2889 nuovi decessi; -24%). Da inizio pandemia al 29 gennaio 2023, il contatore di Covid segna oltre 753 milioni di casi confermati e oltre 6,8 milioni di decessi segnalati a livello globale. Le tendenze attuali nei casi, ricorda l’Oms, sono sottostime del numero reale di infezioni e reinfezioni globali. Ciò è in parte dovuto alla riduzione dei test e ai ritardi nella segnalazione in molti Paesi. I dati vanno dunque interpretati con cautela, avverte l’agenzia Onu per la salute.  

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