Covid, lo sfogo di Zaia: “Non posso andare avanti a suon di ordinanze” 

“Nelle ultime 24 ore abbiamo avuto quasi 4.000 nuovi positivi, per la precisione 3.980 ma va considerato che abbiamo fatto quasi 60mila tamponi tra molecolari e rapidi”. Lo ha sottolineato il presidente Luca Zaia oggi nel presentare i dati aggiornati del bollettino quotidiano in Veneto. I ricoverati sono ad oggi 2.579 (+50), mentre nelle terapie intensive sono scesi a 323 pazienti, uno in meno nelle ultime 24 ore, dove però si sono registrati altri 72 decessi per un totale di 3.501 dal 21 febbraio ad oggi.  

“Come si può vedere, i dati, anche se di poco, continuano a crescere ogni giorno – ha detto Zaia – stiamo gestendo l’emergenza senza grandi stravolgimenti della nostra vita quotidiana e si fa eccezione per il coprifuoco e le limitazioni per i bar e ristoranti”, ha spiegato. 

“Non c’è dubbio che il contagio c’è perché non facciamo attenzione agli assembramenti e al distanziamento sociale. Vedo continui assembramenti per il black friday per comprare una tv o un ipad, e poi c’è il black friday va bene ma non deve durare 15 giorni… – ha stigmatizzato – ma non posso pensare di gestire la comunità a suon di ordinanze, mi rifiuto di andare oltre questo limite”, ha sottolineato.  

Scuola, Zaia: “Meglio riaprire a gennaio” 

“Domani, venerdì, è il giorno dei ‘cambi di colore’, con le nomination, sembra di essere al ‘Grande Fratello’. Ma noi abbiamo dati assolutamente solidi, compreso l’Rt e la situazione è sotto controllo. Ormai siamo una mosca bianca, o meglio gialla, plus” ha detto il presidente del Veneto. 

“Attendiamo il verdetto del governo – ha aggiunto – la pressione sugli ospedali c’è e i cittadini possono darci una mano, non andando al pronto soccorso ma rivolgendosi al proprio medico di base”. “Dobbiamo fare di tutto per rimanere in zona gialla, e ricordo che se fossimo in zona arancione i confini comunali sarebbero stati bloccati”, ha rimarcato. 

Zaia ha poi annunciato che “da oggi in Veneto diamo la possibilità agli infermieri di prestare la loro opera, oltre l’orario normale di lavoro, nelle case di riposo. Chiediamo a chi lo può fare di poter fare qualche ora di lavoro: sarà volontariato ma retribuito a 35 euro l’ora”. 

“Faccio appello a tutto il nostro personale infermieristico, magari anche solo per un’ora nelle Rsa, perché sono in estrema sofferenza – ha sottolineato – e mentre c’è chi parla di Natale, di regali e del cenone nelle case di riposo abbiamo anziani isolati a causa del virus che non vedono più i propri parenti da mesi”, ha concluso.  

 

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