Covid, asintomatici e ricoveri: cosa dicono Ricciardi, Bassetti e Cartabellotta

Contagi da coronavirus in Italia, riflettori accesi sul bollettino quotidiano, sui ricoveri e sul conteggio dei casi asintomatici. Una circolare del ministero della Salute, pronta ma che potrebbe subire delle modifiche a quanto apprende l’Adnkronos Salute, risponde in modo positivo alla richieste delle Regioni sulle modifiche al calcolo dei casi Covid e prevede che “i pazienti ricoverati in ospedale per cause diverse dal Covid che risultino positivi ai test per coronavirus ma asintomatici – si legge nella circolare – qualora assegnati in isolamento al reparto di afferenza della patologia, saranno conteggiati come ‘caso’ Covid ma non saranno conteggiati tra i ricoveri dell”Area Medica Covid’, fermo restando il rispetto del principio di separazione dei percorsi e di sicurezza dei pazienti”.  

Per Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica, “la cosa importante è che questa classificazione sia trasparente, veritiera e comprensibile, e soprattutto miri a un obiettivo: quello di dare a chi deve prendere decisioni il quadro aggiornato della situazione dei contagi, dei casi clinici che vanno in ospedale, dei morti e di tutta la situazione come se fosse un cruscotto di indicatori che aiuta a prendere le migliori decisioni” dice ai microfoni di ‘L’Aria che tira’ su La7. Tutto questo va fatto “però – ammonisce Ricciardi – non occultando parametri o indicatori importanti da questo cruscotto. L’importante è che questo cruscotto sia completo e comunicato bene, questa è sicuramente la strada che sia il ministero che il Cts seguiranno”.  

“Lo ripeto da un bel po’ di tempo: chi è in ospedale ed è asintomatico per la patologia respiratoria da Covid, ma ha un tampone positivo senza però aver un nessun sintomo compatibile dovrebbe considerato alla pari di tutti gli altri malati – ribadisce all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova – Deve essere isolato, chiaramente, ma non può essere considerato come patologia Covid e messo nel bollettino quotidiano”. “Ci vuole maggiore dinamicità da parte del ministero della Salute e del Cts nel recepire i messaggi che arrivano da chi sta sul campo – aggiunge Bassetti – C’è una distanza tra chi è nelle sale burocratiche romane e chi è sul campo a gestire i malati. Diciamo quello che vediamo nei nostri ospedale: mettere i sintomatici e gli asintomatici tutti insieme è sbagliato. Contare per i criteri di colorazione delle regioni solo chi ha segni e sintomi da Covid”, è il parere dell’infettivologo.  

Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, “scorporare i pazienti Covid-19 ricoverati per cause diverse ha margini di discrezionalità enormi e ignora che Covid-19 è una malattia multi-sistemica. Meglio eliminare il sistema delle regioni a colori” scrive Cartabellotta su Twitter. 

“Se l’obiettivo è capire la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale di fronte alla pandemia, il livello di stress sul sistema, è giusto allora conteggiare solo i ricoveri dei pazienti sintomatici – commenta all’Adnkronos Salute Mauro Pistello, direttore dell’Unità operativa di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria Pisana – E’ questo gruppo che ci può dire in che direzione stiamo andando, il livello di ospedalizzazione e di mortalità. Riusciremo anche a capire se davvero questa ondata si sta trasformando in un’influenza o invece è ancora troppo presto”. “Se il numero dei sintomatici rimane alto e l’analisi più accurata del dato evidenzia ancora una malattia seria, potremmo trarne delle conclusioni – sottolinea – Se invece avremo un quadro diverso, ad esempio una malattia in forma più lieve rispetto a Delta, allora potremmo dire che Omicron sta virando verso una forma simile all’influenza”.  

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