Coronavirus, la lettera: “Papà è morto, ma ringrazio chi l’ha curato” 

“Il mio papà ci ha lasciato ieri colpito dal virus da venerdì. Solo. Senza sua moglie, senza i suoi due figli a tenergli la mano. Ma so che è stato circondato da tanta umanità. Mi diceva al telefono: ‘sono tutti gentili ma corrono tanto, poverini!’. Io lo so che correte. E ce la mettete tutta e vi ringrazio di cuore”. Nel giorno della Festa del papà commuovono le parole rivolte da una figlia ai sanitari del Policlinico di Milano, fra gli ospedali in prima linea contro l’emergenza Covid-19. “Sono una mamma di 45 anni – spiega in una lettera che l’Irccs di via Sforza ha pubblicato online giovedì 12 marzo, meno di una settimana dopo la scoperta dell’infezione che ha contagiato il padre della donna -. Una moglie, ma prima di tutto una figlia. Di due genitori meravigliosi”.  

Uno se n’è andato, portato via dal coronavirus, l’altro lotta per la vita. “Ora anche mia mamma è ricoverata e spero che ce la farà. Posso solo sperare, consapevole però che è in ottime mani”, dice la figlia che “in questo momento surreale e di totale impotenza” trova “la forza di scrivervi il mio pensiero”. “Grazie a tutta l’équipe – scrive – Grazie per le corse, grazie per un sorriso nascosto dalla mascherina, grazie per il coraggio e la professionalità. Grazie a tutti ragazzi! Spero di potervi ringraziare uno per uno quando tutto sarà finito. Spero di potervi stringere la mano, guardavi negli occhi e trasferirvi tutta la mia stima e la mia riconoscenza. Grazie di cuore”, conclude la missiva firmata “una mamma, un nipote e un genero”. 

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