Coronavirus, Iss: “Immunità gregge scelta assurda” 

 

di Margherita Lopes 

Puntare all’immunità di gregge contro Covid-19 “è una sciocchezza: far circolare il coronavirus fino a che il 60-70% non sviluppa l’immunità è una scelta che lascia sul campo morti e feriti”. Lo afferma all’AdnKronos Salute il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza, che aggiunge: “Puntare all’immunità di gregge è una strategia importante nel caso dei vaccini, perché tuteli la popolazione vaccinandola e poi il virus non circola più. Ma se non si adottano altre misure mi pare una sciocchezza”, aggiunge alludendo alla scelta annunciata in Gran Bretagna.  

“Oltre 200 scienziati inglesi si sono appellati contro questa decisione – ricorda Rezza – E le cose potrebbero cambiare se questa strategia si unisse a misure di contenimento, per ritardare in qualche modo l’ondata di casi. Forse l’idea è quella di lasciar infettare le persone un po’ alla volta, ma come fare? Il concetto di immunità di gregge non si può applicare così alle malattie infettive”, ribadisce l’esperto.  

Nel caso delle malattie infettive, “il concetto di immunità di gregge deve essere visto, piuttosto, in positivo – precisa ancora Rezza – Attraverso l’immunizzazione di massa si ottiene infatti questa forma di immunità della popolazione. Non il contrario, ovvero fai ammalare la maggioranza per sviluppare l’immunità”.  

“Preoccupa anche vedere l’Europa in ordine sparso – aggiunge – La Spagna è partita un po’ in ritardo ma ora ha adottato misure forti, la Germania sembra contare sul suo sistema sanitario nazionale, la Francia è altalenante e nei giorni scorsi ha chiamato le persone al voto. E anche il supporto che è arrivato a livello europeo non è stato un granché”. 

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