Andreoni (Simit): “Contro Covid poche opzioni terapeutiche” 

"Contro Covid-19 oggi abbiamo poche opzioni terapeutiche. Dallo scorso febbraio abbiamo capito quali sono i farmaci che non dobbiamo usare perché inefficaci e quali, invece, possiamo sfruttare. Sicuramente l’antivirale che noi oggi utilizziamo di più è il remdevisir: il suo compito...

“Contro Covid-19 oggi abbiamo poche opzioni terapeutiche. Dallo scorso febbraio abbiamo capito quali sono i farmaci che non dobbiamo usare perché inefficaci e quali, invece, possiamo sfruttare. Sicuramente l’antivirale che noi oggi utilizziamo di più è il remdevisir: il suo compito è bloccare la replicazione del virus. Questo trattamento ha dimostrato finora una buona attività e una buona efficacia nei confronti dei malati. Poi ci sono il cortisone e l’eparina che somministriamo in quei pazienti che hanno una insufficienza respiratoria, quindi in una fase più avanzata della malattia. In alcuni casi i farmaci anti-interleuchina 6, che servono a controllare in qualche modo la tempesta citochinica che si realizza quando la malattia tende ad evolvere e a dare un quadro di insufficienza respiratoria e un danno multi-organico”. Sono queste, secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), di cui oggi si è chiuso il XIX Congresso nazionale (in modalità virtuale a causa delle misure anti Covid) “le uniche armi che al momento abbiamo, in attesa del vaccino, per combattere il virus Sars-Cov2”.  

Per Andreoni, il remdevisir dovrebbe essere assunto nelle fasi iniziali dell’infezione stessa, per impedire che il virus diffondendosi e moltiplicandosi scateni, nella fase successiva, la tempesta citochimica. “Purtroppo – afferma Andreoni, che è anche direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma – le linee guida sulla prescrivibilità del farmaco concessa da Aifa, riguarda i pazienti che in qualche modo sono già in una fase leggermente avanzata della malattia, con polmoniti e una insufficienza respiratoria tale da richiedere ossigeno. Ovviamente, anche in questi pazienti il farmaco può continuare a svolgere la sua funzione, ovvero bloccare la replicazione del virus, ma è indubbio che poterlo utilizzare in una fase ancora più precedente a questa rappresenterebbe un maggior beneficio per il paziente”.  

Durante il Congresso Simit, numerose sessioni sono state dedicate al coronavirus. “In questo momento – spiega Andreoni – il Sars-Cov2 preoccupa particolarmente noi ricercatori nell’ambito delle malattie infettive. Abbiamo discusso molto sulle differenze tra i vaccini e su questa grande opportunità che abbiamo per contenere l’epidemia. Ma abbiamo affrontato soprattutto il tema del trattamento del Covid-19, delle possibili opzioni, tra cui il remdevisir, oggetto di controversia” dopo alcuni trial clinici.  

“La posizione della Società italiana di malattie infettive e tropicali è chiara e netta: siamo molto cauti nel giudicare negativamente il farmaco e teniamo ancora in maniera assolutamente prioritaria l’uso di questo medicinale nella strategia della terapia per Covi-19. Tra le altre strategie terapeutiche che, però, oggi non sono ancora utilizzate, ci sono il plasma iperimmune e gli anticorpi monoclonali. Sul plasma iperimmune esistono dati contrastanti mentre c’è grande attesa per gli anticorpi monoclonali. Entrambi i trattamenti, appena saranno disponibili, dovranno essere utilizzati nelle primissime fasi dell’infezione”.  

Leggi anche...
I più recenti

Montascale per anziani: una soluzione che migliora l’autonomia domestica

le fonti

Le Fonti Awards torna il 29 maggio

Simar Group vince ai Le Fonti Awards

Gruppo Helvetia

Gruppo Helvetia Italia vince ai Le Fonti Awards come Eccellenza Insurance

Newsletter

Iscriviti ora per rimanere aggiornato su tutti i temi inerenti la salute.