Covid, l’esperta: “Non aspettare troppo con cortisone, ecco quando iniziare”  

"Quando c'è un incendio, non si può aspettare che le cose peggiorino per spegnere il fuoco". E' netta e concreta la neurologa Roberta Ricciardi, responsabile del percorso miastenia inserito in Neurologia e Chirurgia toracica dell'ospedale di Pisa, che già da febbraio...

“Quando c’è un incendio, non si può aspettare che le cose peggiorino per spegnere il fuoco”. E’ netta e concreta la neurologa Roberta Ricciardi, responsabile del percorso miastenia inserito in Neurologia e Chirurgia toracica dell’ospedale di Pisa, che già da febbraio descriveva gli importanti risultati dei propri pazienti colpiti da coronavirus e trattati con il cortisone. Un’intuizione confermata poi dallo studio britannico che ha promosso il desametasone. Ora i corticosteroidi sono stati inseriti anche nelle linee guida del ministero della Salute rivolte ai medici per il trattamento dei pazienti Covid a casa, ma solo in specifiche condizioni. “Questo però – dice Ricciardi all’Adnkronos Salute – non va bene: il trattamento non deve essere tardivo, ma piuttosto mirato”. 

“Se l’incendio non è divampato – spiega – il fuoco si spegne meglio. Inoltre occorrerebbe specificare la tipologia di farmaco da usare, che è diversa in base ai sintomi”. Ma come è nato l’interesse della dottoressa Ricciardi per il cortisone? “Mi occupo della cura dei pazienti colpiti da miastenia, una malattia neuromuscolare di tipo autoimmune, e il cortisone rappresenta spesso la mia prima ‘arma’. Così mi sono accorta subito che i miei pazienti miastenici che si ammalavano di Covid ed erano trattati con il cortisone risolvevano rapidamente”, racconta. “Poi è arrivato il risultato degli studi inglesi, comunque troppo tardivo a mio parere. Dovrebbe infatti ormai essere chiaro che il cortisone è da utilizzare subito, all’inizio dell’infezione, e non a pazienti già compromessi. In questo caso consentirebbe di spegnere, appunto, subito l’incendio. Le linee guida del ministero, però, non danno il dosaggio, suggeriscono di aspettare tre giorni e non precisano quanto e quale cortisone dare”. 

Per l’esperta, “se il paziente presenta difficoltà respiratoria, tosse secca, nausea e affaticamento al minimo sforzo, con frequente dolore toracico, gola secca e spesso anche perdita di gusto e olfatto, è bene invece intervenire subito. Se il paziente è grave – dettaglia – occorre procedere con formulazioni di desametasone iniettabili, nelle forme modeste di malattia si può procedere anche con deltacortene orale. Alla terapia cortisonica si aggiunge sempre una terapia antibiotica di copertura e l’eparina, in caso sia necessaria in certi pazienti, per evitare i possibili disturbi della coagulazione”. Insomma, “il protocollo soprattutto cortisonico deve essere elastico e il più possibile personalizzato, per ottenere i risultati migliori”. 

In favore dell’utilità della terapia cortisonica Roberta Ricciardi aveva anche fatto un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al vice ministro, Pierpaolo Sileri, in aprile. “Ora occorre chiarezza: questa terapia è davvero efficace, non bisogna perdere tempo”. 

Leggi anche...
I più recenti

Montascale per anziani: una soluzione che migliora l’autonomia domestica

le fonti

Le Fonti Awards torna il 29 maggio

Simar Group vince ai Le Fonti Awards

Gruppo Helvetia

Gruppo Helvetia Italia vince ai Le Fonti Awards come Eccellenza Insurance

Newsletter

Iscriviti ora per rimanere aggiornato su tutti i temi inerenti la salute.