“Al Policlinico Gemelli abbiamo appena terminato la sperimentazione su un nuovo test antigenico in chemiluminescenza. Un test rapido che si esegue attraverso un’apparecchiatura che in Giappone viene usata in laboratorio o in aree dedicate. Si tratta di un test antigenico più sensibile, che ha un’attendibilità dell’80% e che in un’ora restituisce 120 risposte”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Maurizio Sanguinetti, direttore del Dipartimento Scienze di laboratorio e infettivologiche del Policlinico universitario Gemelli Irccs, ordinario di microbiologia, Università Cattolica del Sacro Cuore campus di Roma e presidente della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive (Escmid).
“E’ cruciale in questa fase riuscire a fare molti test. Il lavoro su questo esame in particolare – avverte – non è ancora pubblicato ma, dalla sperimentazione che abbiamo fatto, la sensibilità è maggiore rispetto al test rapido antigenico” ‘classico’. Ma come funziona l’apparecchiatura? “Si inseriscono i campioni e poi la macchina, dopo una pausa di 20 minuti, ‘sforna’ una risposta ogni 30 secondi, ovvero 120 all’ora. Un sistema – dice Sanguinetti – utile per gli screening sui grandi numeri, capace di allentare la pressione sui reagenti necessari per i test molecolari”, aggiunge l’esperto.
Quanto ai test sulla saliva, “riprenderemo quanto fatto dallo Spallanzani: la nostra idea è usare la saliva per l’antigenico e non per il molecolare”. In merito al test delle mamme ricercatrici di Milano “al momento funziona per volumi ridotti, occorre dunque perfezionarlo. Ma si tratta di un sistema utile per i bambini. L’obiettivo, con il test della saliva, è perfezionare quello di tipo antigenico migliorando gli automatismi”.